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La Timpa del Ladro
La Timpa del Ladro

La traversata di Serra di Crispo

Parco Nazionale del Pollino, 17/05/2015

Ogni volta che ci capitava di passare per Piano Iannace lo sguardo inevitabilmente cadeva sulle pareti occidentali della Timpa del Ladro, dall’aspetto selvaggio e misterioso, e per questo particolarmente affascinanti. La Timpa del Ladro è in pratica la cresta nord-occidentale di Serra di Crispo e presenta ad ovest, bellissime pareti verticali, che si stagliano sulla fitta faggeta del versante settentrionale della montagna. La nostra ultima escursione ha interessato proprio questa fantastica cresta, costellata da fantastici esemplari di pino loricato. Le previsioni meteo, come spesso accade in questo periodo dell’anno, non sono chiare, dovrebbe tenere, ma non sono escluse precipitazioni! Ci dirigiamo verso la località Lago Duglia, nel comune di Terranova di Pollino, dove lasciamo l’auto e cominciamo a salire lungo il sentiero CAI 950, verso Lago Fondo. C’è il sole, mentre all’orizzonte un bellissimo letto di nuvole copre la Val Sarmento e la Valle del Sinni. Raggiunto il Lago Fondo, ci fermiamo un po’ per cercare di individuare qualche abitante delle sue limpide acque. Scorgiamo due tritoni, ma non riusciamo ad ottenere foto accettabili, in quanto lo specchio d’acqua disturba l’ottica della fotocamera.

Ma dobbiamo proseguire, il tempo non è sincero, e dobbiamo salire la cresta prima che ci raggiungano le nuvole. Saliamo a Pietra Castello, dove intercettiamo la Rüeping, che percorreremo verso ovest. Il nostro cammino però si interrompe spesso, per ascoltare e cercare di osservare i numerosi abitanti del bosco, che ci incantano con le loro melodie. Uno Zigolo Muciatto si lascia fotografare sulla punta di un pino, ma è costretto a scappare via quando si accorge della presenza di un Falco Pecchiaiolo che sorvola la zona.

Ogni volta che volgiamo lo sguardo verso l’alto, rimaniamo estasiati dal verde lucente delle foglie che in questo periodo essendo ancora tenere e sottili, lasciano trasparire la luce del sole. Raggiunta la cresta la imbocchiamo senza esitazioni, ma ci dobbiamo fermare ancora per osservare le splendide evoluzioni e il canto variegato di un Prispolone.

Continuiamo lungo la cresta superando divertenti salti rocciosi, mai difficili, con lo sguardo rapito dalle bellissime pareti verticali sulla nostra destra. Raggiungiamo un tratto boscoso dove è possibile osservare una profonda grotta a sviluppo verticale che conserva ancora la neve dello scorso inverno. Attraversiamo il bosco per riprendere il filo della cresta, nuovamente scoperto ed abitato da alcuni splendidi esemplari di pino loricato.

Qui la cresta è ancora più divertente, con le sue rocce più imponenti, ma sempre facilmente superabili. Attraversiamo un’ultima lingua di bosco ancora abbondantemente innevata, per poi passeggiare estasiati nel “Giardino degli Dei”, fino a raggiungere la vetta.

Nel frattempo si è alzato un forte vento e le nuvole hanno definitivamente coperto il cielo e quindi evitiamo di sostare troppo in vetta, cominciando a scendere verso la Grande Porta del Pollino dopo aver superato la Serretta della Porticella. Riprendiamo il sentiero CAI 950, questa volta in discesa, per buona parte ancora coperto da una spessa coltre di neve. Come durante la salita, anche in discesa siamo costretti a guadare continuamente torrenti, generati dallo scioglimento della neve e da sorgenti, attive solo in questi casi di particolare abbondanza d’acqua. Dopo una sosta per mangiare qualcosa, riprendiamo la discesa, imboccando il sentiero che porta a Lago Duglia senza passare per Lago Fondo. E così purtroppo termina un’altra fantastica avventura, che avremmo voluto non finisse mai.