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2008-02-24 11-37-55-00

Serra Dolcedorme

Parco Nazionale del Pollino, 24/02/2008

Purtroppo le previsioni non sbagliavano e le condizioni del tempo sono diventate più tipiche della primavera che dell’inverno. Quindi a una settimana di distanza dall’ultima escursione ne organizziamo un’altra, per sfruttare fino in fondo la neve che se va avanti così non impiegherà molto a scomparire. Il cielo è terso, neanche una nuvola all’orizzonte, e solo una leggera foschia nelle vallate. Partiamo da Colle dell’Impiso (mt.1573) diretti verso la vetta più alta del massiccio, ovvero Serra Dolcedorme (mt.2267). Il caldo si fa sentire subito dopo i primi passi, ma non ci crea troppi problemi in quanto tutta la prima parte del tracciato è in ombra. Arrivati alla sorgente Spezzavummola, riempiamo un po’ di acqua e raggiungiamo il Colle Gaudolino (mt.1684). Di qui risaliamo il sentiero che porta alla dolina del Pollino, facendo molta attenzione nella parte alta, molto esposta e ghiacciata, e che affrontiamo montando i rampanti agli sci. Una volta raggiunta la cresta SO, attraversiamo la dolina senza né perdere né guadagnare quota, fino alla cresta S. Mantenendoci sempre più o meno isolivello arriviamo alla Sella Dolcedorme (mt.1970), dalla quale cominciamo a salire verso la vetta, percorrendo la cresta O. Inutile dire che il panorama fino in vetta è davvero stupendo. A SE Celza Bianca costellata di pini loricati e sullo sfondo i Monti di Orsomarso e il Tirreno, a NE Monte Pollino, Serra del Prete, Monte Sirino e Monte Alpi, a N i Piani di Pollino Serra di Crispo e Serra delle Ciavole, ad E la valle del Raganello la Timpa di San Lorenzo, la Falconara, e più distante il Monte Sellaro e lo Ionio e per finire a S si scorge il ripido crestone dei Loricati e la Piana di Castrovillari. Sostiamo un po’ in vetta, dove mangiamo qualcosa e intratteniamo una breve chiacchierata con due ragazzi giunti in vetta poco prima e un altro arrivato invece poco dopo. Togliamo le pelli di foca, e allacciati gli scarponi scendiamo con cautela per via della neve ghiacciata lungo la spalla NE fino al bosco dove ci ricolleghiamo con la cresta N. Qui grazie anche ad una vegetazione non molto fitta scendiamo agevolmente fin quasi al Varco del Pollino dove invece si fa più fitta ma comunque divertente e senza un percorso obbligato facendo attenzione a non prendere in pieno gli arbusti, sbuchiamo sul Piano di Pollino. A questo punto senza riattaccare le pelli raggiungiamo Piano Toscano, seguendo un percorso pressoché pianeggiante fino al bosco, dove incontriamo altri escursionisti con le ciaspole. Entriamo quindi nel bosco dove, dopo una velocissima discesa lungo la strada forestale raggiungiamo i Piani di Vacquarro. Rimettiamo le pelli, guadiamo il torrente e affrontiamo l’ultimo tratto in salita fino al Colle dell’Impiso seguendo il sentiero alla base di Serra del Prete. Speriamo che l’inverno non sia finito definitivamente e che Marzo ci regali qualche altro scorcio di inverno.