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2006-08-15 10-10-17-00

Passo Orientale di Zebrù

Parco Nazionale dello Stelvio, 15/08/2006

La nostra prima escursione alpina si svolge a Ferragosto nello straordinario Parco Nazionale dello Stelvio. Partiti dall’albergo-rifugio Ghiacciaio dei Forni (mt.2176) ci prefiggiamo come meta il Passo Orientale di Zebrù (mt.3000). L’aria è frizzante (-2°C) e il Ghiacciaio dei Forni che si erge di fronte al rifugio sembra invitarci a partire. Saliamo con un buon passo lungo un sentiero abbastanza ripido ma molto panoramico che superate le Baite dei Forni e una bella sorgente, conduce ai ruderi della Caserma (mt.2539). La vista che si gode è veramente superba, con a destra la porzione centrale del Ghiacciaio dei Forni, alle spalle Pizzo Tresero (mt.3594) con più lontano Monte Sobretta (mt.3296). Di fronte a noi invece svetta l’inconfondibile sagoma del Gran Zebrù (mt.3859). Ora attraversiamo l’altopiano superando due ruscelletti mediante dei caratteristici ponticelli fatti con delle pietre e superato un grande masso erratico riprendiamo a salire. Ad un certo punto troviamo le prime tracce di neve, raggiungiamo un altro tratto pianeggiante attraversato da ruscelli e poi scendiamo leggermente fino a raggiungere il rifugio Pizzini-Frattola (mt.2700). Dal rifugio cominciamo a salire verso NO lungo un sentiero che dopo un primo tratto ampio e poco ripido, diventa stretto e molto ripido. I nostri passi affondano nella neve che a quanto sembra è caduta durante la notte e l’euforia ci permette di salire con un buon passo nonostante la faticosità del percorso. Arrivati al Passo decidiamo di risalire la ripida crestina a SO tra sfasciumi ghiaccio e neve fino a raggiungere quota 3065. La vista è spettacolare con la Val Zebrù da un lato, il monte Cevedale (mt.3769) dall’altro con il suo ghiacciaio e l’imponente sagoma del Gran Zebrù di fronte a noi. A questo punto scendiamo nuovamente al Pizzini e dopo una sosta, imbocchiamo un sentiero che scende lungo il versante sinistro orografico della Val Cedèc per poi proseguire senza attraversare il torrente Cedèc lungo un tratto a mezza costa che raggiunge il filo di una morena sulla soglia della Valle dei Forni. Superati dei tratti un po’ esposti alcuni attrezzati con appigli in ferro, raggiungiamo il rifugio Cesare Branca (mt.2487). Dal rifugio dopo una sosta, scendiamo lungo la sterrata che ci riconduce al punto di partenza. Una esperienza davvero straordinaria che ci ha permesso di cominciare a conoscere un ambiente, quello alpino, molto diverso da quello appenninico che siamo soliti frequentare.