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Il Campanile di Val Montanaia
Il Campanile di Val Montanaia

Dolomiti si, ma quelle selvagge

Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, 15-20/08/2018

E alla fine è arrivato il momento delle agognate vacanze estive, rigorosamente a ferragosto! È l’unica possibilità che abbiamo, durante l’anno, di raggiungere le Alpi, così distanti da richiedere un giorno solo per il viaggio! Tante sono le idee che ci balenano in testa, e quindi cominciamo a scartarne alcune. Scartiamo le vie di ghiacciaio; quest’anno non ci piacciono, anche se ahinoi, pensiamo che andrà sempre peggio! Tra le mille alternative, si fa largo quella delle Dolomiti. Si, ma quali? La bellezza delle Dolomiti di Sesto ci attrae, ma il turismo di massa che invade quei luoghi ogni anno ci spaventa assai, molto più che un tormentato ghiacciaio ricamato da innumerevoli crepacci! Lo scorso anno, siamo stati piacevolmente colpiti dalle Dolomiti di Brenta, dove per buona parte del trekking, abbiamo potuto assaporare l’autentica anima selvaggia di quelle montagne, nonostante la loro fama di meta turistica. In realtà, siamo riusciti nell’intento, anche quando abbiamo realizzato il sogno, di salire in cima al Monte Bianco, meta di migliaia di alpinisti ogni anno, cucendoci un trekking su misura, assolutamente fuori dai canoni, in cui l’avvicinamento valesse quanto, se non più, della vetta stessa.
Mentre spulciamo le carte, un angolino delle Alpi, ed in particolare delle Dolomiti, cattura inesorabilmente la nostra attenzione, e comincia a farci sognare. Si tratta delle Dolomiti Friulane, molto meno conosciute e frequentate delle sorelle trentine e venete, che promettono quindi di farci vivere la montagna che a noi tanto piace! Una montagna selvaggia, aspra, severa, solitaria, contemplativa, ascetica!
Decidiamo quindi di percorrere il cosiddetto “Anello delle Dolomiti Friulane”, un di trekking, di quattro tappe, più o meno impegnative, che promette di immergerci negli ambienti più suggestivi di queste montagne.
E così, il 15 agosto, dopo più di dieci ore di viaggio, raggiungiamo Forni di Sopra e, superata la frazione di Chiandarens, imbocchiamo la valle del torrente Giàf. Qui lasciamo l’auto e, zaino in spalla, risaliamo la valle fino al Rifugio Giàf, dove passeremo la notte.

I Tappa, dal Rifugio Giaf al Rifugio Flaiban-Pacherini
Partiamo di buon mattino, dal rifugio Giàf, risalendo in un ambiente tipico di queste montagne, fatto di ghiaioni e mughete. Siamo sul bellissimo Truoi dai sclops o sentiero delle genzianelle, che oltrepassa la forcella Urtisiel, la casera Valmenon, il Canpuròs, le forcelle Brica e dell’Inferno, ed il colle del Mus, per poi scendere il ripido ghiaione che immette nell’alta val di Suola, dove sorge il rifugio Flaiban-Pacherini.

II Tappa, dal Rifugio Flaiban-Pacherini al Rifugio Pordenone
Partiamo dal rifugio Flaiban-Pacherini, risalendo l’alta val di Suola fino al Passo di Suola, dove abbiamo la prima sorpresa della giornata! Uno stambecco ci da il benvenuto, posando per noi!


Attraversata la forcella il percorso si fa un po’ più impegnativo, per l’attraversamento di alcune cenge esposte e franate in qualche breve tratto. Valichiamo la forcella Rua Alta e la forcella Pramaggiore, ma evitiamo di salire sulla vetta omonima. Il meteo è previsto in rapido peggioramento ed il cielo, dapprima quasi sereno, si è popolato di nubi minacciose.


Scendiamo quindi nella val dell’Inferno dove ci attende la seconda sorpresa della giornata! Un bel gruppo di stambecchi, tra i quali un grosso maschio. Ci eravamo passati di fianco senza vederli, quando ad un tratto ci voltiamo e notiamo le lunghe corna di un esemplare adulto. Ovviamente non possiamo fare a meno di voltarci e risalire fino a vederli e fotografarli da vicino! Due giovani prendono anche a scornarsi rumorosamente.


Purtroppo dobbiamo proseguire, e riprendiamo a scendere, immettendoci nella val Postegae, che dopo una lunga passeggiata sulle rive del torrente ci conduce alla breve salita nel bosco, per raggiungere il rifugio Pordenone.

III Tappa, dal Rifugio Rifugio Pordenone al Rifugio Padova
Sicuramente la più impegnativa delle tappe, la traversata dal rifugio Pordenone al rifugio Padova, prevede la risalita della grandiosa Val Montanaia, passando ai piedi del celebre Campanile omonimo, conosciuto anche come “grido di pietra”. La prima parte della giornata, prevede tempo bello, mentre nel pomeriggio è previso un peggioramento. Partiamo quindi con un passo tranquillo ma senza soste fino al Campanile. Qui ci soffermiamo per ammirare la grandiosità di questo incredibile monolite, e per fotografare una bella coppia di corvi imperiali.


Dopo l’inevitabile sosta, proseguiamo, ancora in salita, via via sempre più ripida, fino a raggiungere la Forcella Montanaia, ed affacciarci sulla Val d’Arade, mentre alle nostre spalle la val Montanaia appare in tutta la sua sconfinata bellezza. Ci attende ora il tratto più insidioso, ovvero la ripida discesa su ghiaione, verso la Val d’Arade. Mentre scendiamo comincia a cadere qualche goccia di pioggia, ma fortunatamente il tempo regge, permettendoci di raggiungere asciutti, il grazioso rifugio Padova, appena in tempo per metterci al riparo.


Si susseguiranno alcuni scrosci di pioggia, di cui alcuni anche intensi, per poi aprirsi nel tardo pomeriggio, durante il quale intratteniamo anche una piacevole chiacchierata con due ragazzi del soccorso alpino, di ritorno da una via di arrampicata, e grandi amanti di queste magnifiche montagne.

IV Tappa, dal Rifugio Padova al Rifugio Giaf
Dal grazioso rifugio Padova partiamo nel bosco, percorrendo a ritroso un breve tratto del percorso compiuto il giorno precedente. Ci imbattiamo in un paio di caprioli, anche se non riusciamo a fotografarli nel fitto della vegetazione. Li sentiamo abbaiare per quasi tutto il tratto di bosco, per poi sbucare nella splendida Val d’Arade che risaliamo, dando le spalle all’affascinante sagoma dell’Antelao.


Entriamo nel Cadin d’Arade e risaliamo fino alla forcella Monfalcon di Forni, dalla quale si apre un panorama superbo sulla Valle Monfalcon di Cimoliana.


Traversiamo fino alla forcella del Cason, che scavalchiamo, per immetterci in un altro infinito ghiaione, che ci riporterà sul sentiero che conduce al Rifugio Giaf, dove sosteremo un’altra notte prima di tornare a Forni di Sopra.

Le nostre aspettative non sono state disattese! Un trekking tra boschi fiabeschi, verdi valli fiorite, profumate mughete, lunghi ed ostici ghiaioni, anguste bocchette e cenge esposte il tutto circondato da cime aguzze e creste affilate. Un ambiente variegato, dove è stato facile entrare in sintonia con la natura, aspra e selvaggia, di questa terra. Lungo i sentieri appena accennati, e senza ausili o ferrate nei punti più esposti, abbiamo potuto apprezzare la grandiosità di queste montagne e constatare la nostra piccolezza di fronte ad esse.
Quattro bellissime traversate tra i gruppi montuosi del Pramaggiore, dei Monfalconi, degli Spalti di Toro e del Cridola, percorrendo, tra le altre, la magnifica val Montanaia con il suo incredibile Campanile.
Un trekking meraviglioso, adatto a chi, come noi, ama gli ambienti selvaggi ed incontaminati, dove ogni escursione si trasforma in una grande avventura.